Buone e sante

La cappasanta deriva il suo nome dall’usanza medievale dei pellegrini cristiani sul cammino di Santiago di Compostela. Dopo aver attraversato Francia e Spagna ed essere arrivati alla meta a Santiago i pellegrini raccoglievano le conchiglie e se le appendevano addosso come portafortuna.

Tuttavia le cappesante venivano consumate molto prima del medioevo. Alcuni archeologi infatti hanno dimostrato che questi molluschi marini siano stati tra i primissimi alimenti consumati dall’umanità.

Il primo scrittore dell’antichità che nomina le cappesante, esaltandone il loro gusto fu il filosofo greco Aristotele, che raccomandava di: “cucinarle alla griglia e cospargere il frutto con dell’aceto, al fine di esaltare la loro dolcezza“. 

Ulteriori evidenze storiche sul loro consumo ci sono però anche pervenute da diversi scrittori Romani. La cappasanta é infatti simbolo di Venere, dea delle bellezza e dell’amore, emblema di fertilità femminile.

Si possono consumare in diverse maniere scottate o a crudo.

Provale con la nostra ricetta:

Risotto di asparagi e cappesante mantecato all’avocado